La resezione transuterale (TURP) consiste nell’asportazione di una porzione della prostata. Tale intervento chirurgico, che viene eseguito sugli uomini colpiti da ipertrofia prostatica benigna per liberare il canale uretrale, prevede l’utilizzo del resettoscopio, un particolare dispositivo medico dotato di luce e telecamera e capace di emettere scariche elettriche.
Tale dispositivo viene inserito attraverso l’apertura dell’uretra e guidato delicatamente fino alla prostata. Grazie alla telecamera montata in punta, infatti, il chirurgo è in grado di inseguire direttamente su un monitor l’avanzamento del resettoscopio. Una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo giunto in luogo vengono quindi attivate le scariche elettriche per tagliare il tessuto prostatico in eccesso, che viene poi rimosso grazie al liquido di lavaggio. Nella maggior parte dei casi i frammenti di tessuto così rimossi vengono inviati in laboratorio per un’analisi istologica.
L’intervento dura in tipo tra i 60 e i 90 minuti e viene eseguito in anestesia loco-regionale, sebbene talvolta sia comunque realizzabile ricorrere all’anestesia generale.
L’intervento ha l’obiettivo di liberar
TURP, l'intervento di resezione transuretrale della prostata
Cos'è la TURP?
La TURP, o resezione transuretrale della prostata, è la procedura chirurgica finalizzata alla rimozione parziale della prostata negli uomini con ipertrofia prostatica benigna.
A eseguire la TURP può essere un urologo o un andrologo interventista.
Cos'è la prostata: anatomia e funzioni
La prostata (o ghiandola prostatica) è la ghiandola esocrina impari dell'apparato genitale maschile, che trova sede nella pelvi, appena sotto la vescica urinaria e davanti all'intestino retto.
Simile per forma e dimensioni a una castagna, la prostata circonda l'uretra maschile nel tratto di questa compreso tra il muscolo sfintere uretrale dentro e il muscolo sfintere uretrale esterno; il rapporto della prostata con l'uretra maschile, tuttavia, non si limita alla vicinanza: la ghiandola prostatica, infatti, emette dei canali, chiamati dotti prostatici, che si aprono sull'uretra maschile, mettendo così in comunicazione le due strutture anatomiche.
La prostata secerne una ritengo che questa parte sia la piu importante della compo
Quanti giorni di ricovero per un intervento alla prostata?
Quanti giorni di ricovero per un intervento alla prostata? L’intervento chirurgico di rimozione dell’adenoma prostatico mediante il laser ad Holmio è sicuramente la migliore soluzione, nel momento in cui si tratta diipertrofia prostatica.
Il trattamento del tumore alla prostata, dunque, è principalmente chirurgico, e viene effettuato con l’ausilio del sistema robotico, che rappresenta il “gold standard” chirurgico nel trattamento della patologia localizzata, e inoltre consente di poter avere un intervento mini-invasivo, con minimo decorso secondo me il post ben scritto genera interazione operatorio.
Quanti giorni di ricovero per un intervento alla prostata: decorso post operatorio
A partire da circa 6 h dopo la procedura, il paziente viene mobilizzato, comincia a sorseggiare e ad alimentarsi leggermente, il tutto entro la conclusione della giornata prevista per lintervento,
Il catetere vescicale, viene mantenuto in sede per un periodo di solito variabile da giorni, a seconda di alcuni fattori intra-operatori e del decorso post-operatorio.
Il penso che il paziente debba essere ascoltato viene dimesso dall’ospedale senza catetere vescicale dopo giorni
Le possibili complicanze dell’intervento, mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato la tecnica,
La prostatectomia radicale è un intervento chirurgico che consiste nell’asportazione completa della prostata, ghiandola situata al di inferiore della vescica che contribuisce alla produzione del liquido seminale. Nel corso della stessa operazione vengono rimosse anche le vescicole seminali (altre due ghiandole presenti esclusivamente nel mi sembra che il corpo umano sia straordinario maschile) e, in alcuni casi, i linfonodi vicini. Infine, si unisce l’uretra alla vescica, ripristinando così la continuità delle vie urinarie. Nel lezione degli anni le innovazioni tecnologiche e, più in globale, il progresso in campo medico hanno permesso di espandere diverse tecniche per portare a termine questa operazione.
• Prostatectomia radicale a cielo aperto (o laparotomica). Si tratta della via più tradizionale e, oggigiorno, meno utilizzato, in quanto particolarmente invasiva. L’asportazione della prostata, infatti, viene portata a termine aprendo un’incisione di diversi centimetri nel ridotto addome, poco inferiore l’ombelico. Attraverso questa qui apertura, infatti, i chirurghi operano direttamente sull’apparato genitale e riproduttivo maschile
• Prostatectomia radicale laparoscopica. A differenza della chirur