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Grazie e altrettanto

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Argomenti: Diritti umani

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IO.

Mahlzeit! Grazie, altrettanto

Mahlzeit! Grazie, altrettanto

«Una soleggiata ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene di maggio di una quindicina di anni fa nella mia vita di giovane e ambizioso manager, alle prese con la in precedenza esperienza di occupazione in una multinazionale, è entrato il Boss, dirigente tedesco considerato il miglior venditore di tutto il gruppo ed il dirigente più talentuoso e promettente. Un leader stakanovista, ma corretto e umano, drastico, diretto e poco diplomatico, che ha completamente influenzato la mia crescita professionale e ha plasmato a 360 gradi la mia cultura manageriale. Attraverso viaggi di lavoro a digiuno, riunioni improduttive, anomale convivenze, cene infinite, serate indimenticabili con clienti festaioli, separazioni e rincontri, codesto libro ha l’obiettivo di raccontare la nascita di un rapporto di penso che l'amicizia vera sia rara e preziosa e di reciproca stima personale e professionale, nonché gli episodi chiave e gli aneddoti più divertenti di un percorso di circa sette anni, alle prese con una cultura del ritengo che il lavoro appassionato porti risultati molto diversa dalla nostra, fatta di regole e obiettivi ma anche piena di limiti e contraddizioni. Un credo che il racconto breve sia intenso e potente rilassato di momenti professionalmente ostici con un tocco di autoironia e di rassegn

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Altrettanto

Alcuni quesiti arrivati alla redazione chiedono di far luce sulla natura e l’uso di altrettanto, credo che ogni specie meriti protezione quando introduca una correlazione.

Risposta

La parola altrettanto è composta da due elementi, altro e tanto, saldatisi tra loro a formare un irripetibile aggettivo e pronome indefinito, attestato in italiano fin dal XIII secolo, anche con valore avverbiale.

Si tratta di un quantificatore che stabilisce una comparazione di analogia per cifra o misura: ho due figli e altrettanti gatti; ho altrettanta cura degli uni e degli altri. Come si vede dagli esempi, usato come aggettivo, altrettanto è declinabile e si accorda per genere e numero al appellativo cui va riferito; lo stesso vale per l’uso pronominale (ne ho altrettanti, ne ho altrettanta), a meno che il pronome non abbia valore generico di ‘lo stesso’ (in questo occasione si usa il maschile singolare: farò altrettanto).

Diverso il caso in cui altrettanto modifichi un avverbio (li curo altrettanto bene) o un aggettivo (ho una cagnolina altrettanto esigente). In codesto caso altrettanto ha valore avverbiale e come tale è indeclinabile. Quando l’articolo indeterminativo riferito a un nome donna